Nelle settimane precedenti alle primarie del PD ci è sembrato che si aprissero degli spazi in cui era possibile intervenire, abbiamo sentito che era tempo di svegliarci e diventare protagonisti del cambiamento nel settore al quale abbiamo dedicato tutta la nostra vita lavorativa. Noi, prima di chiunque altro, abbiamo la grandissima responsabilità di richiamare l’attenzione sul rischio estremo che minaccia i beni culturali in Italia, per la generale sottovalutazione delle esigenze legate alla loro tutela e poiché il Ministero per i beni culturali, svuotato di personale e di risorse, non è più in condizione di svolgere i suoi compiti istituzionali.
Parlando di questo con Giulia Barrera, l’amica e collega con cui ho dato inizio a questa avventura, abbiamo pensato di riprendere e modificare la formula già sperimentata in occasione delle ultime campagne elettorali, quando ho riunito in casa alcuni amici e invitato candidati di partiti della sinistra a presentare le proprie proposte. Abbiamo organizzato un nuovo incontro, con un taglio diverso, mirato a un tema preciso: i beni culturali, e con una modalità rovesciata: una riunione di cittadini non per ascoltare programmi elettorali ma per presentare le proprie richieste ad esponenti politici disposti ad ascoltarli e a prendere impegni concreti sui temi in discussione.
Il 27 dicembre più di 40 amici e colleghi sono venuti a casa mia per denunciare la gravissima situazione di abbandono in cui si trovano i beni culturali in Italia. Erano presenti Cecilia D’Elia (già assessore alla cultura della Provincia di Roma e ora candidata per SEL) e Vincenzo Vita (vice presidente della commissione Cultura al Senato e candidato PD), che erano intervenuti a incontri precedenti, e Maria Coscia, membro della commissione Cultura alla Camera e candidata PD. Voglio ringraziarli vivamente per la sensibilità che hanno dimostrato e l’appoggio che hanno dato alle nostre richieste.
Nel concludere ci siamo dati appuntamento per dopo le primarie e il 18 gennaio ci siamo incontrati di nuovo. Eravamo quasi 60 persone e questa volta accanto a Cecilia D’Elia sono intervenuti Matteo Orfini, responsabile PD per la cultura e Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale e candidato per il Centro Democratico. Abbiamo avuto così la possibilità di rivolgerci agli esponenti dei tre maggiori partiti della Coalizione Italia Bene comune e abbiamo chiesto loro un primo gesto concreto: organizzare un incontro pubblico che manifestasse l’impegno della Coalizione ad affrontare i problemi della tutela dei beni culturali con la serietà e l’urgenza con cui si affronta un’emergenza nazionale.
Il nostro incontro oggi in questa sede importante è un passaggio ulteriore, di grande significato perché esponenti di rilievo dei tre partiti della coalizione di centro sinistra sono riuniti per riaffermare pubblicamente questo impegno e ascoltare una veloce carrellata delle principali questioni da porre al più presto all’ordine del giorno. Occorre infatti un ripensamento sul piano istituzionale, che investa l’assetto del MiBAC, dalla suddivisione delle competenze alla dislocazione delle sedi sul territorio; l’attribuzione dei fondi e soprattutto il controllo su come vengono spesi, acquisendo finalmente la consapevolezza che i tagli costano, quando sono poco meditati e che il vero risparmio spesso è frutto di investimenti mirati; la suddivisione dei compiti e delle responsabilità tra Stato, Regioni ed enti locali, che quando non è ben calibrata produce disservizi e inefficienza.
Queste riforme essenziali potrebbero però risultare inutili perché il rischio più immediato è che non vi sia più nessuno in grado di attuarle una volta che fossero varate, per l’imminente svuotamento dei ranghi tecnici del MiBAC. Noi funzionari siamo stati per la maggior parte assunti alla fine degli anni 70 e nel giro dei prossimi anni andremo tutti in pensione senza lasciare nessuno al nostro posto perché dopo di noi le assunzioni sono state bloccate. Accanto a noi hanno lavorato molti laureati, con le più diverse forme di contratti a termine, svolgendo una funzione essenziale di supplenza al vuoto degli organici, come ombre di cui non risulta il nome nei ruoli di un Ministero in cui non hanno avuto la possibilità di entrare. Il riconoscimento dell’esperienza che hanno maturato e soprattutto la ripresa di un andamento regolare delle assunzioni sono tra le questioni più urgenti da affrontare.
Stasera sarà possibile soltanto accennare alle principali questioni che riguardano la tutela e prospettare possibili soluzioni, così come i relatori che intervengono non rappresentano tutte le qualifiche del Ministero e le competenze che si occupano di beni culturali ai diversi livelli nel territorio nazionale.
Negli ultimissimi tempi abbiamo assistito con piacere e stupore a un moltiplicarsi di iniziative sui beni culturali: pensiamo che in molti condividono le nostre preoccupazioni ma vediamo anche il rischio della dispersione degli sforzi in mille rivoli, se le iniziative non sono riprese e convogliate in un’unica riflessione di ampio respiro. Con l’incontro di oggi vorremmo contribuire a consolidare questo processo che ci auguriamo possa confluire in un ripensamento totale a 360 gradi delle competenze e delle modalità della tutela dei beni culturali in Italia.
Per questo chiediamo due impegni alle forze del centro sinistra. Chiediamo la nomina nel prossimo governo a ministro dei beni culturali di una personalità autorevole e competente, che intenda adoperarsi per riportare i beni culturali in quella posizione alta che assegna loro la Costituzione in quanto patrimonio pubblico, garantito a tutti i cittadini. Chiediamo inoltre l’apertura di un dibattito al quale siano chiamati a partecipare in forme stabili e regolate tutti coloro che sono coinvolti per interesse professionale o missione istituzionale nella gestione dei beni culturali, dagli enti locali ai docenti universitari agli istituti di conservazione pubblici e privati, agli utenti, in forma singola o associata, a noi, conservatori dei beni culturali, che vogliamo portare il contributo della nostra esperienza.
Ringrazio i partiti che hanno accolto la richiesta di alcuni funzionari del MiBAC, il PD che offre la sua sala, tutti i presenti che testimoniano come sia importante dare un futuro ai beni culturali e dimostrano fiducia nella possibilità di attuare un’azione politica basata sullo scambio continuo e la collaborazione tra gli esponenti dei partiti e i cittadini elettori.
Do la parola alla collega Monica Calzolari che ha il compito di moderare gli interventi.
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